I ricercatori hanno scoperto molecole attive contro il carcinoma mammario Triplo Negativo Tn.
I ricercatori dell’Università della Basilicata sono riusciti a sintetizzare molecole attive e selettive per combattere il carcinoma mammario Triplo Negativo Tn, le cui cellule tumorali non hanno sulla loro superficie bersagli contro cui si può agire con le terapie farmacologiche classiche.
Il team di ricerca – coordinato, secondo quanto scritto in una nota, dalla docente di Chimica farmaceutica e tossicologica, Carmela Saturnino, e costituito da sei componenti del Dipartimento di Scienze dell’Università della Basilicata – è infatti «riuscito a trovare molecole attive e selettive nei confronti di questo tumore, per le quali sono in corso di completamento gli studi in vivo. I comuni chemioterapici non funzionano, e non si non dispone ancora di farmaci selettivi ed efficaci per combatterlo. Le terapie farmacologiche e le radioterapie sono poco funzionanti, e per questo motivo si procede generalmente con la mastectomia.
L’obiettivo della ricerca è stato quindi quello di trovare un farmaco adatto a evitare le asportazioni chirurgiche».
La prima molecola «è risultata attiva a concentrazioni molto basse, è solubile in acqua, ed è priva di cardiotossicità. Inoltre, i ricercatori lucani hanno «intrappolato» questa sostanza in una membrana biocompatibile che, applicata direttamente sul tumore, lo fa regredire in pochi giorni, evitando così l’asportazione dell’organo. La molecola è stata anche inserita in altri sistemi di rilascio controllato, per verificarne l’attività anche dopo un’eventuale somministrazione sottocutanea ed endovenosa».
I risultati dello studio sono stati poi oggetto di un brevetto: «Attualmente – ha spiegato la professoressa Saturnino – stiamo completando gli studi in vivo di questa molecola, e stiamo realizzando altre molecole innovative, stabili, solubili, ottenibili con passaggi sintetici rapidi, semplici, con rese alte del prodotto finale con costi bassi e alta attività. Il Tn colpisce soprattutto donne giovani, ed è importane evitarne, laddove possibile, l’asportazione dell’organo unilaterale e bilaterale, per evitare anche problemi di natura psicologica».
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