Cancro al seno con metastasi: il più diffuso in Italia e nel mondo. Alta la probabilità per milioni di donne.
In Italia, sono 14mila ogni anno le diagnosi di cancro al seno metastatico: 38 al giorno. Una malattia di cui sui media si parla poco: troppo spesso si preferisce dar voce alle storie ‘vincenti’, quelle dei tumori che grazie alla diagnosi precoce e al progresso delle cure riescono a guarire, di fatto ‘censurando’ una condizione che interessa migliaia di donne nella maggior parte dei casi giovani nel pieno della vita familiare e lavorativa. E anche quando di forme ‘cattive’ si parla, sovente lo si fa male: con buonismo, alimentando illusioni, o all’opposto in toni tragici, senza spiegare bene che l’aspettativa di vita cambia a seconda del tipo di neoplasia e delle sue caratteristiche molecolari, e che l’innovazione terapeutica offre comunque speranze sempre nuove.
“Molto c’è da fare – esortano gli esperti – ed è compito dei media rompere il muro di silenzio che ancora circonda queste pazienti“, sconfiggendo il tabù con le frasi giuste e le informazioni scientificamente più complete e corrette. Nasce da queste osservazioni il corso di formazione per giornalisti ‘Tumore al seno metastatico: gli strumenti per curarlo, le parole per dirlo. Tra fake news e buone pratiche della sanità’, in programma lunedì 28 ottobre a Milano, patrocinato dall’Ordine dei giornalisti della Lombardia e promosso con il contributo non condizionante di Eli-Lilly.
“Il tumore metastatico al seno è tuttora una realtà sommersa – dice Laura Biganzoli, presidente di Eusoma (European Society of Breast Cancer Specialists), responsabile del Centro di senologia dell’ospedale di Prato e membro italiano Egw (Expert Working Group) della Road Map Politica – Non abbiamo Registri tumori specifici che permettano di calcolarne la reale incidenza. Inoltre, gli indubbi successi contro il carcinoma mammario diagnosticato in fase iniziale rischiano di far perdere di vista quel 7% di donne, circa 4mila l’anno, con cancro metastatico al seno fin dalla prima diagnosi e quel 20-30% di pazienti, oltre 10mila l’anno, che ha una ripresa della malattia a distanza. Invece è molto importante parlarne, perché la gestione delle pazienti con malattia metastatica è molto più complessa ed è fondamentale garantire loro le migliori cure, ma anche una vita sociale e lavorativa di buona qualità, nonostante le difficoltà connesse ai trattamenti e ai frequenti controlli in ospedale”.
“Stando ai dati attualmente disponibili, l’aspettativa di vita delle pazienti con cancro al seno metastatico è in aumento – sottolinea Giampaolo Bianchini, responsabile Gruppo mammella Dipartimento Oncologia dell’Irccs ospedale San Raffaele di Milano – Oggi è circa del 30-35% a 5 anni dalla diagnosi. Ad esempio, nei tumori sensibili agli ormoni femminili la sopravvivenza mediana arriva attorno ai 50 mesi. Sebbene, salvo eccezioni, non esista una cura risolutiva per il tumore metastatico, le terapie mirate di ultima generazione, come gli inibitori selettivi della cicline 4/6, sono in grado di bloccare o rallentare la progressione della malattia. Riuscendo in molti pazienti a cronicizzarla non solo prolungando la ‘quantità’ di vita, ma anche migliorandone la qualità”.
“Il grande cambiamento – analizza lo specialista – è stato possibile soprattutto grazie alla possibilità di definire in modo più preciso, dal punto di vista biologico, i vari tipi di tumore mammario: la presenza o l’assenza di determinati recettori come estrogeni, progesterone e Her2 è fondamentale per determinare la risposta del tumore a un particolare trattamento e oggi, grazie all’avvento di terapie innovative a bersaglio molecolare, si registra un deciso passo in avanti verso la cronicizzazione con l’obiettivo di prolungarla fino alla guarigione”.
Le ultime novità terapeutiche – evidenziano gli esperti – consentono di allungare la sopravvivenza di ulteriori 9 mesi anche nelle pazienti con il tumore al seno avanzato ormonosensibile, che finora aveva un’aspettativa di vita inferiore ai 40 mesi, portando la speranza di vita media a sfiorare i 47 mesi.
L’obiettivo cronicizzazione è particolarmente importante soprattutto considerando i risultati di una recente indagine di Gfk-Eurisko per Europa Donna Italia: nel nostro Paese l’età media delle pazienti con cancro al seno metastatico è di 54 anni, la maggioranza è sposata, la metà ha un figlio ancora minorenne e il 40% lavora.
“Sono ormai 7 anni che il nostro movimento, a partire dalla prima indagine in Italia e in Europa sui bisogni delle donne con tumore al seno metastatico, è attivamente impegnato in iniziative e progetti mirati a migliorare la qualità di vita e di cura di questa particolare tipologia di pazienti – afferma Rosanna D’Antona, presidente di Europa Donna Italia – Dopo 7 anni di lavoro abbiamo ben chiaro quali sono i provvedimenti concreti da attuare per loro. Abbiamo quindi selezionato le 7 richieste che le pazienti stesse considerano prioritarie raccogliendole in un Manifesto, e su queste richieste abbiamo ottenuto l’attenzione di alcuni parlamentari sensibili, tanto che un disegno di legge specifico per il sostegno alle donne con tumore metastatico è già stato depositato l’anno scorso alla Camera e speriamo venga approvato al più presto”.
“Inoltre quest’anno, coinvolgendo le 150 associazioni che fanno parte della nostra rete, in attesa dell’istituzione di una Giornata nazionale dedicata al tumore al seno metastatico, nel solco di quella già prevista negli Usa ogni 13 ottobre – conclude D’Antona – abbiamo auto-indetto e celebrato il nostro ‘Benvenuto 13 ottobre’, con oltre 60 manifestazioni pubbliche in tutta Italia”.
FONTE ARTICOLO: https://www.laleggepertutti.it/329779_quanti-tumori-al-seno-vengono-diagnosticati-ogni-giorno