Mammografia ed Ecografia: due esami insostituibili.
“La differente natura tecnologica della mammografia e della ecografia mammaria consente di
poter affermare che tali indagini oggigiorno debbono essere considerate complementari con pari
dignità diagnostica”. A spiegare il valore aggiunto di entrambi gli esami è il dottor Vincenzo
Garraffa, medico specializzato in Radiologia Medica e Medicina Nucleare.
“Nessuna delle due metodiche diagnostiche può essere ritenuta superflua nei confronti dell’altra. È vero che le caratteristiche di ciascuna delle due indagini, talvolta possono evidenziare con maggiore, e talvolta esclusiva, valenza diagnostica patologie che i limiti dell’altra metodica non sono altrettanto
affidabilmente in grado di rilevare, ma non si può sottovalutare il valore aggiunto che
l’integrazione degli esami assume nella patologia oncologica”.
Va innanzitutto chiarito che si tratta di due esami di natura tecnologica differente: “La
mammografia è un esame radiologico, un esame cioè che si effettua utilizzando un fascio di
radiazioni ionizzanti denominati raggi x.
L’ ecografia mammaria è invece una indagine che si effettua utilizzando un fascio di ultrasuoni che viene trasmesso da un trasduttore al di sotto della superficie cutanea, esattamente come l’ecoscandaglio del pescatore al di sotto della superficie del mare”, chiarisce il dottor Garraffa. Che evidenzia il valore e la precisione di entrambi gli esami: “Grazie alla ricerca ed alla evoluzione tecnologica delle apparecchiature i mammografi attualmente disponibili, consentono l’effettuazione di indagini mammografiche con una sempre minore dose di radiazioni da erogare ed assorbita, mentre le immagini prodotte sono dotate di sempre maggiore risoluzione con una crescente possibilità di elaborazione bi e tri dimensionale”.
Inoltre, il dottor Garraffa sottolinea che “la mammografia ha un insostituibile valore diagnostico,
ad esempio nella valutazione della patologia oncologica delle micro calcificazioni atipiche”. Per
quanto riguarda invece l’ecografia, “tale esame ha un insostituibile valore nella diagnosi della
patologia cistica (cisti semplici e complesse, mastopatia fibroso – cistica, ecc) e nella diagnosi
della patologia benigna dei noduli solidi (fibroadenomi), patologie nelle quali la valenza
diagnostica della mammografia è del tutto insufficiente rispetto all’ecografia”.
Una differenza importante riguarda l’età a cui è opportuno sottoporsi a ciascuna tipologia di
esame. Cosa dice sul punto la comunità scientifica?
“In riferimento ai suggerimenti dalla comunità scientifica nazionale ed internazionale una corretta
strategia di screening per la prevenzione dei tumori della mammella dovrebbe prevedere:
ecografia mammaria annuale dall’età di 35 anni e ciò anche in considerazione della prevalente
quota ghiandolo – stromale della densità delle mammelle, mammografia a cominciare dall’età di
40 anni con controlli variabili tra i 12 ed i 18 mesi a seconda della negatività dell’esame e/o della
familiarità”.
Intervistato: Dottor Vincenzo Garraffa, medico specializzato in Radiologia Medica e Medicina Nucleare.
Maria Chiara Pellizzari
Laureata in Giurisprudenza all'Università Bocconi di Milano, giornalista, scrittrice e copywriter, è la Direttrice Responsabile del Magazine online WelfareCare.