Posta all’angolo tra corso Garibaldi via S. Michele, colpisce subito per i magnifici grandi vetri delle tre porte d’entrata: vegetali intrecciati di gusto liberty fanno da sfondo alla coppa di Igea sorretta da un putto.
Gli arredi di fine Ottocento sono in legno verniciato di scuro, lisci e lineari, con armadi alti chiusi da vetri smerigliati.
Il dott. Luciano Conti raccontava che la sua farmacia era originariamente collocata sull’altro lato di corso Garibaldi e che “fu trasferita nell’isolato di proprietà Arnaboldi quando fu acquistata per essere data in dote alla figlia del conte Arnaboldi” (Luisa Erba, 1991).
Prima del Lavezzi e poi passata al Mazzoli (1925), la farmacia dal 1966 è della famiglia Conti.
Il dott. Luciano, membro dell’Accademia Italiana di Storia della Farmacia, andava fiero del bellissimo orologio dello scultore pavese Bianchi collocato sulla parete di fronte al bancone e, descrivendolo, si soffermava sul simbolismo dei serpenti intrecciati: uno rappresenta la professione del farmacista come uomo di scienza, l’altro il commercio, a dire che il vero farmacista deve saper affiancare le due “caratteristiche” in maniera equilibrata ed armonica, così come in maniera armonica i due serpenti si intrecciano nel caduceo.
Il decoro liberty dell’orologio comprende due figure femminili ritratte come assopite tra i vegetali, più sotto un tondo racchiude il busto di Ippocrate (o Galeno) ed ancora più sotto la testa di Medusa con la tradizionale chioma “a serpenti”.
Lo studio, appartato nella stanza che dà sulla vetrina esterna e separato da questa da uno scuro in legno e vetro raffigurante il simbolo farmaceutico, è ricco di storia personale della famiglia Conti e, con quadri, fotografie e soprammobili porta intatto il ricordo del dr. Luciano, quel grande presidente dell’Ordine e difensore della professionalità di cui sentiamo ancora la mancanza. Con l’organizzazione del nostro Congresso del 1991 aveva mostrato di condividere il nostro pensiero sulla necessità della Storia.
Da una finestra del laboratorio, circondata da suppositori, percolatori e distillatori in vetro, si ha la visione “privata” della vicina chiesa longobarda di S. Michele (sec.XII) che incorniciata cosi dagli strumenti della nostra Arte pare voglia partecipare con tutta la sua magnificenza alla buona riuscita della quotidiana pratica farmaceutica. L’apparecchio per i profumi, bilance, il coccodrillo premitappi e antiche confezioni di medicine (sangue di drago) completano la dotazione della farmacia.
Il dott. Luciano non c’è più, ma in corso Garibaldi la Farmacia S. Michele, con la figlia dott.sa Laura e la moglie dott.sa Drusilla, continua ad accogliere il visitatore affascinato dai suoi vetri e dall’artistico orologio.