Tumore al seno, nuovi dati sulla relazione con le tinte per capelli.

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Secondo uno studio pubblicato su International Journal of Cancer che ha analizzato i dati di quasi 50 mila donne, i prodotti permanenti usati con frequenza sembrano aumentare il rischio di cancro nelle donne di colore.

Le tinture permanenti per capelli e i prodotti liscianti aumenterebbero il rischio di sviluppare il cancro al seno, in particolare nelle donne afroamericane. A sostenerlo un ampio studio dei National Institutes of Health pubblicato oggi su International Journal of Cancer che riaccende il dibattito intorno alla questione. Si tratta, infatti, di un argomento che periodicamente torna alla ribalta, finora senza l’esistenza di solide prove scientifiche. Soprattutto dopo che, nel 2017, Kefah Mokbel, chirurgo del Princess Grace Hospital di Londra e autore di diversi studi di genetica molecolare, affermò con un tweet che esisteva una relazione tra l’uso di tinture per capelli e il rischio di sviluppare un carcinoma mammario. Secondo Mokbel, il rischio aumenterebbe del 14% per un uso mensile della tintura per capelli, ma lui stesso sottolineava che erano necessari altri studi, dal momento che nessuno giungeva a una risposta chiara.

Il nuovo studio

Ora questa nuova analisi, prendendo in considerazione un campione molto ampio di quasi 50 mila donne, sembra fornire altre evidenze su cui ragionare. Utilizzando i dati delle donne del Sister Study – uno studio di coorte che mira a identificare i fattori di rischio ambientale e familiare per il tumore al seno in oltre 50 mila sorelle di donne che hanno avuto la malattia – i ricercatori del National Institute of Environmental Health Sciences (NIEHS) hanno, infatti, osservato che le donne che avevano usato regolarmente la tintura permanente per capelli (nell’anno precedente al loro coinvolgimento nell’indagine) avevano il 9% di probabilità in più di sviluppare il cancro al seno rispetto a coloro che non l’avevano mai usata. Inoltre, tra le donne afroamericane, l’uso di tinture permanenti ogni 5-8 settimane o più è stato associato a un aumento del rischio del 60% di cancro al seno rispetto a un aumento dell’8% per le donne bianche. L’aumento è, invece, risultato minimo o nullo con l’uso di coloranti semipermanenti (che possono contenere ossidanti in quantità inferiore rispetto a quelli permanenti) e temporanei (che si lavano via dopo uno o due shampoo).

Non si può parlare di nesso causale

“Le tinture per capelli contengono diverse sostanze chimiche che possono agire da agenti cancerogeni e interferenti endocrini e quindi possono essere dei fattori importanti per il rischio di cancro al seno”, spiega a Repubblica – Salute Seno Alexandra White, autrice delo studio e a capo del NIEHS Environment and Cancer Epidemiology Group. “I ricercatori hanno studiato a lungo il possibile legame tra la tintura per capelli e il cancro, ma i risultati sono stati incoerenti. Nel nostro studio, abbiamo indagato l’esposizione a questi prodotti da parte di quasi 50 mila donne, sia afroamericane sia bianche, che non avevano una diagnosi di cancro. Abbiamo osservato un rischio più elevato di cancro al seno associato all’uso della tintura per capelli: l’effetto è risultato più forte nelle donne afroamericane, in particolare in quelle che usavano questi prodotti frequentemente. Ovviamente si tratta di una correlazione e non di un nesso di causa-effetto”, ci tiene a sottolineare White.

I prodotti liscianti e l’aumento del rischio

Per qanto riguarda i prodotti liscianti, coloro che avevano usato questi prodotti per capelli almeno ogni 5-8 settimane avrebbbero avuto circa il 30% in più di probabilità di sviluppare il cancro al seno. “Si tratta di un aumento statisticamente significativo, paragonabile a quello osservato per altri fattori di rischio accertati di tumore al seno, come l’alcol e l’obesità”, afferma White. Mentre l’associazione era simile nelle donne afroamericane e bianche, l’uso di questi prodotti era molto più comune tra le donne afroamericane. “In ogni caso, questa associazione dovrebbe essere ulteriormente indagata. Inoltre, sono necessari altri studi per identificare le componenti specifiche che contribuiscono ad aumentare il rischio”.

“Bisogna essere cauti”, raccomanda Carlo La Vecchia, Professore di Statistica medica ed epidemiologia alla Statale di Milano e ricercatore Airc (Associazione italiana ricerca sul cancro, sul cui sito vi è un approfondimento sulle tinte per capelli): “Questo era un argomento di attualità e attenzione negli anni ’70-’80, quando furono condotti diversi studi, i cui risultati furono rassicuranti. Nel nuovo studio, l’unica popolazione con qualche eccesso di rischio è quella delle donne nere per un uso frequente di coloranti scuri, basato su solo 40 di 74 casi. E non c’è nulla di significativo sui liscianti, soprattutto per le donne caucasiche”.

Cosa fare?

Di fronte a queste considerazioni è inevitabile chiedersi cosa fare. “Semplicemente bisogna essere informate che l’utilizzo di questi prodotti potrebbe essere associato a un aumento del rischio di cancro al seno per poter prendere le proprie decisioni”, afferma White. “Per esempio, potrebbero scegliere di utilizzare prodotti semi permenenti o temporanei. In ogni caso, sono tantissimi i fattori che potenzialmente possono contribuire a sviluppare il cancro al seno: evitare questi prodotti potrebbe essere solo una delle tante cose da poter fare per ridurre il rischio di cancro al seno”.

Di parere molto diverso Angelo Moretto, tossicologo, anche lui docente all’ateneo milanese e direttore del Centro Internazionale per gli Antiparassitari e la Prevenzione Sanitaria dell’ASST Fatebenefratelli Sacco: “Dal punto di vista tossicologico ci sono molti dubbi. Gli autori dello studio citano come possibili componenti cancerogeni la formaldeide, le amine aromatiche e le sostanze con attività ormonale. Per quanto riguarda la formaldeide, anche ammesso che abbia un effetto cancerogeno sulla mammella, dall’esposizione alla comparsa della neoplasia servono almeno 15-20 anni. Poiché è riferita come di recente introduzione, non vi sarebbe stato tempo sufficiente per sviluppare il cancro. Inoltre, la dose di formaldeide deve essere elevata per causare il cancro, certamente non raggiungibile con i coloranti/liscianti. E’ invece noto che causa il cancro delle fosse nasali, cioè in un organo e un tessuto completamente diversi. Le amine aromatiche dotate di poter cancerogeno sono ben note e sono in tutto il mondo vietate per qualsiasi uso, mentre le altre sono regolarmente utilizzate. Veniamo agli interferenti endocrini: non è plausibile che si raggiunga una dose sufficiente ad avere un effetto, vista la capacità compensatoria che caratterizza tutti i sistemi ormonali. La stimolazione da parte di sostanze ad attività ormonale deve essere continua, per cui usi intermittenti permettono un riequilibrio del sistema. Infine, la stimolazione da parte di sostanze ad attività ormonale deve essere prolungata nel tempo, ma in questo studio specifico l’uso per oltre 5 anni non ha mostrato differenze rispetto all’uso per periodi inferiori. In conclusione, sempre che i dati epidemiologici siano affidabili, direi che non vi è plausibilità biologica per sostenere un effetto sulla genesi della neoplasia della mammella e non ritengo appropriato dare alcuna indicazione per limitarne l’uso”.

Fonte Articolo: https://www.repubblica.it/dossier/salute/saluteseno/2019/12/04/news/tumore_al_seno_nuovi_dati_sulla_relazione_con_le_tinte_e_i_prodotti_liscianti_per_capelli-242549513/?refresh_ce

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