Casi di familiarità tumore al seno: cosa fare?
“Le società scientifiche suggeriscono di iniziare lo screening per la prevenzione dei tumori della mammella con la prima mammografia da effettuare all’età di 40 anni a meno che non vi sia, soprattutto nella linea femminile (nonna, madre, sorella), casi di familiarità che possano giustificare, secondo indicazioni cliniche, l’inizio dei controlli mammografici anticipando la prima mammografia anche di alcuni anni”. Ad evidenziarlo è il dottor Vicenzo Garraffa, medico specializzato in Radiologia Medica.
“In caso di familiarità inoltre si suggerisce, anzi si raccomanda, di effettuare in un laboratorio attrezzato il dosaggio dei markers predittivi BRCa1 e BRCa2 su un semplice prelievo di sangue. Nel caso di positività questi esami stanno ad indicare che in base all’assetto genetico quella donna, a causa della familiarità, potrebbe essere maggiormente esposta, per costituzione genetica, a sviluppare in futuro un tumore che in ordine di frequenza potrebbe interessare mammelle, ovaia ed utero.
Va chiarito che ciò non significa che sicuramente la donna con la positività dei markers predittivi si ammalerà ma che i controlli periodici vanno fatti con ancor maggiore periodica regolarità ai fini di una corretta prevenzione ed eventualmente per consentire di effettuare una diagnosi precoce”.
Il dottor Garraffa specifica che “la prevenzione è particolarmente importante nelle giovani donne, mentre perde di efficacia dopo la menopausa allorché la quota residuale della componente ghiandolo-stromale – che è quella che viene eventualmente colpita – è andata in progressiva e completa atrofia”.
Maria Chiara Pellizzari
Laureata in Giurisprudenza all'Università Bocconi di Milano, giornalista, scrittrice e copywriter, è la Direttrice Responsabile del Magazine online WelfareCare.