“Il benessere fisico e psicologico nostro e altrui al primo posto”
«In un momento difficile come questo, nel quale è complicato eseguire anche i più semplici – ma fondamentali – esami di routine, pensiamo sia importante supportare iniziative come CareReady Mobile Diagnostic». Parole di Lucio Moriggi, Presidente di SMC Italia che ha scelto di sponsorizzare l’appuntamento con la prevenzione a Brugherio del 13 gennaio.«Crediamo molto in questa iniziativa perché aiuta a diffondere sempre di più la cultura della prevenzione: l’attività di screening è il primo passo per contrastare le malattie e in particolare nella lotta contro i tumori».
Cosa vi ha maggiormente entusiasmato di questa opportunità?
«Contribuire al benessere fisico e psicologico delle persone. Lo screening del seno permette di elevare in modo incredibile la percentuale di donne curabili. Vogliamo perciò partecipare a questa iniziativa al fine di assicurare al maggior numero possibile di donne la speranza per una vita migliore».
Quanto pensate sia importante investire in prevenzione oggi?
«È fondamentale per il benessere delle persone: facendo un parallelo con il mondo dell’industria, nostro tradizionale ambito di attività, la corretta “manutenzione” è il miglior presupposto per un impianto affidabile. Lo stesso ovviamente vale per il nostro corpo e per i relativi esami: la prevenzione è il modo migliore di affrontare anche queste sfide».
Quale messaggio volete esprimere sostenendo questo progetto?
«SMC Italia non è semplicemente una azienda: è anche una realtà nella quale le persone rappresentano il punto di forza nella propria offerta nei confronti del mercato. È un’opportunità per essere parte integrante del territorio in cui lavoriamo. Per questo vogliamo contribuire in maniera attiva al benessere nostro e altrui attraverso l’adesione all’iniziativa CareReady Mobile Diagnostic».
SMC è attiva anche in altri progetti nel sociale?
«SMC Italia contribuisce con donazioni ad Associazioni ONLUS impegnate nella prevenzione di malattie oncologiche e assistenza ai familiari di pazienti ospedalizzati».
ARTICOLO DI: Maria Chiara Pellizzari