Il Consorzio per l’Area di sviluppo Industriale (A.S.I.) di Brindisi è un Ente Pubblico Economico disciplinato dalla L. 5/10/1991 n. 317, dal D. L.vo 31/03/1998 n.112 e dalla L. R. 8/03/2007 n. 2.
I Consorzi sono enti per l’infrastrutturazione e la gestione di aree produttive di particolare rilevanza regionale. In Puglia vi sono 5 Consorzi ASI. Per quanto attiene la provincia di Brindisi sono solo quatto le zone industriali di rilevanza regionale: Brindisi, Fasano, Ostuni e Francavilla Fontana.
Enti consorziati sono: il Comune di Brindisi, la Provincia di Brindisi, la Camera di Commercio di Brindisi, oltre agli altri Comuni sede di agglomerato e cioè, i Comuni di Fasano, Ostuni e Francavilla Fontana.
Compito istituzionale principale del Consorzio A.S.I. di Brindisi è stato quello di realizzare opere pubbliche infrastrutturali (strade, ponti, acquedotti, fognature, dighe, ecc..) al fine di rendere possibile l’insediamento ed il consolidamento delle imprese sul territorio. Il Consorzio è titolare di proprio Piano Regolatore Territoriale sovraordinato agli altri strumenti urbanistici ed ha facoltà di espropriare terreni privati per consentire nuove iniziative imprenditoriali. Altro compito istituzionale del CONSORZIO ASI è quello di disciplinare l’attività costruttiva per coordinare l’insediamento delle industrie, dei servizi consortili e di quanto altro urbanisticamente consentito al fine di garantire un corretto sviluppo urbanistico. Le Norme Tecniche di Attuazione del Piano Regolatore Territoriale raccolgono tutti i precetti tecnici che il Consorzio ASI di Brindisi ha titolo ad indicare al fine di regolare ogni forma di attività costruttiva pubblica e privata nell’ambito del territorio compreso nell’agglomerato industriale centrale e periferico. Pertanto, la gestione, lo sviluppo e la programmazione delle Aree all’interno degli Agglomerati Industriali (Brindisi, Ostuni, Fasano e Francavilla Fontana) è di esclusiva competenza del CONSORZIO ASI. Inoltre, il Regolamento Suoli conferisce al Consorzio pieno titolo ad esprimere insindacabile parere sulla individuazione e scelta delle specifiche localizzazioni che determina sulla base dei seguenti elementi:
indicazioni e prescrizioni del piano regolatore dell’Area di Sviluppo Industriale;
disponibilità di suoli e/o di opifici e/o di edifici;
previsioni di interventi espropriativi o acquisitivi;
disponibilità e caratteristiche delle opere infrastrutturali presenti o programmate;
dimensioni e natura delle iniziative e loro incidenza sia sulla situazione insediativa esistente che su quella programmata;
compatibilità ambientale (le attività connesse con lo smaltimento ed il recupero di rifiuti di ogni tipo saranno ubicate solo su suoli indicati dal Consorzio, se disponibili);
Al ruolo istituzionale del Consorzio, pertanto, è senz’altro riconducibile anche la verifica delle specifiche localizzazioni di volta in volta proposte per le attività produttive, avendo riguardo alle caratteristiche intrinseche ed estrinseche del lotto prescelto dai proponenti.
I compiti statutari dei Consorzi prevedono:
a) l’acquisizione, anche mediante procedure espropriative, di aree da attrezzare per insediamenti di tipo industriale, artigianale, commerciale all’ingrosso e al minuto, o destinate a centri e servizi commerciali. Raggiunto il limite del 70 per cento nell’assegnazione dei suoli di un agglomerato ricadente nel Consorzio, la gestione e la manutenzione delle infrastrutture e dei servizi comuni di tale agglomerato può essere affidata in concessione dal Consorzio ASI a un consorzio o società consortile costituiti da imprese insediate, cui può partecipare, con quote di minoranza, lo stesso Consorzio ASI;
b) la realizzazione, su delega di enti territoriali, delle opere di urbanizzazione relative ad aree attrezzate per insediamenti produttivi, nonché delle infrastrutture e delle opere per il loro allacciamento ai pubblici servizi, sulla base di apposite convenzioni;
c) alla vendita, all’assegnazione e alla concessione a imprese di lotti in aree attrezzate;
d) alla costruzione in aree attrezzate di fabbricati, impianti, laboratori per attività industriali e artigianali, commerciali all’ingrosso e al minuto, depositi e magazzini;
e) alla vendita e alla locazione alle imprese di fabbricati e impianti in aree attrezzate, favorendo e regolando la localizzazione all’interno delle aree e fabbricati consortili;
f) alla costruzione e gestione di impianti di depurazione degli scarichi degli insediamenti produttivi e di smaltimento dei rifiuti speciali o pericolosi (non urbani);
g) alla realizzazione e alla gestione di impianti tecnologici per la distribuzione di gas e fluidi e per la realizzazione e la gestione di altri impianti a rete;
h) al recupero di aree e immobili industriali preesistenti ai sensi dell’articolo 63 della legge 23 dicembre 1998, n. 448 (Misure di finanza pubblica per la stabilizzazione e lo sviluppo). Ove ricorrano ragioni di urgenza e di pubblica utilità, il recupero può avvenire attraverso la procedura di esproprio;
i) alla gestione di impianti di produzione combinata e di distribuzione di energia elettrica e di calore in regime di autoproduzione;
j) all’acquisto o alla vendita di energia elettrica da e a terzi da destinare alla copertura dei fabbisogni consortili;
k) alla gestione degli impianti di acquedotto, fognatura e depurazione;
l) alla gestione di spazi e servizi destinati a funzioni di incubatori di impresa per tare prioritariamente aziende derivate (in Spin-Off), come strumento di trasferimento tecnologico, per favorire la nascita di nuovi soggetti economici che hanno la caratteristica di rendere possibile l’utilizzazione industriale della ricerca scientifica e tecnologica;
m) alla riscossione delle tariffe e dei contributi per l’utilizzazione da parte di terzi di opere e servizi realizzati o gestiti dai Consorzi;
n) all’assunzione di ogni altra iniziativa idonea al raggiungimento dei fini istituzionali anche mediante la promozione di società e di consorzi di gestione a capitale misto;
o) all’espressione di pareri obbligatori, prima del rilascio di licenze, concessioni e autorizzazioni da parte delle competenti autorità locali, sulla conformità urbanistica delle costruzioni da insediare nel territorio consortile e sulle loro destinazioni d’uso. Per il rilascio di tali pareri vale la regola del silenzio-assenso, trascorsi trenta giorni dalla data di richiesta del parere stesso.
I Consorzi possono promuovere e sottoscrivere accordi, contratti o intese di programma per l’attuazione di interventi complessi, implicanti l’azione coordinata e integrata con altri soggetti, disciplinati da norme comunitarie, statali e regionali.
Il Consorzio ASI di Brindisi ha in gestione diretta la maggior parte delle infrastrutture nella zona industriale del capoluogo. Tra queste sono da menzionare:
- il bacino artificiale del Cillarese con annessi impianti di trattamento delle acque;
- la rete di distribuzione di acqua industriale proveniente rispettivamente dal lago Cillarese e dalla rete AQP agli utenti della zona industriale
- l’impianto per il trattamento di rifiuti industriali (speciali e pericolosi);
- il raccordo ferroviario che collega lo stabilimento petrolchimico e l’area portuale alla rete ferroviaria nazionale.
- Altre infrastrutture realizzate dal Consorzio sono affidate alla gestione di terzi (metanodotto).
L’organo di amministrazione del Consorzio ASI è il C.d.A. composto da tre componenti, di cui un presidente, un vicepresidente ed un consigliere.
Attualmente il Presidente del Consorzio ASI è l’Avv. Vittorio Rina, il Vicepresidente la dott.ssa Martina Landolfa ed il Consigliere e il Dott. Giacomo Rosato.
Gli agglomerati industriali presenti sul territorio brindisino di competenza del “Consorzio ASI” si presentano ben integrati sul territorio e divisi in quattro macroaree:
- L’agglomerato industriale principale di Brindisi avente un’estensione complessiva di 2.070 ettari si sviluppa interamente in prossimità del porto, in stretta adiacenza e contiguità funzionale con le banchine del porto medio di Costa Morena e del porto interno di Sant’Apollinare. È dotato di una fitta rete infrastrutturale, in parte di proprietà pubblica ed in parte di società private, di collegamento tra zona Industriale retroportuale e porto commerciale. È presente un raccordo ferroviario in esercizio che collega le banchine di Costa Morena e l’area industriale alla rete RFI. Le stesse banchine sono funzionalmente collegate con la zona retroportuale industriale oltre che dalla rete stradale anche da gasdotto, acquedotto, elettrodotto, nastri trasporto merci ecc.
- L’agglomerato periferico di Ostuni posto sull’arteria principale E55 di collegamento con la viabilità nazionale ed il capoluogo ha un’estensione di circa 95 ettari. È dotato di una rete stradale pressoché completa, impianti di pubblica illuminazione, rete gas, acquedotto potabile, fognatura nera.
- L’agglomerato periferico di Fasano Sud, posto sull’arteria principale di collegamento tra Bari e Brindisi ed in prossimità del porto di Monopoli ha un’estensione di circa 96 ettari. È dotato delle prime opere di infrastrutturazione stradale ed impianto di pubblica illuminazione.
- L’agglomerato periferico di Francavilla Fontana posto sull’arteria principale (S.S. n. 7) ha un’estensione di circa 102 ettari. È dotato delle prime opere di infrastrutturazione stradale.
Il consorzio ASI è proprietario e gestisce il comprensorio del Cillarese, costituito dall’invaso artificiale del Cillarese, realizzato mediante la costruzione di uno sbarramento in terra (Diga del Cillarese) e da un impianto di trattamento dell’acqua invasata. L’invaso raccoglie gli apporti idrici, di natura prevalentemente meteorica, di un bacino imbrifero che ha un’estensione pari a circa 155 km2 e che si sviluppa anche al di fuori del territorio comunale di Brindisi, prevalentemente in agro di Mesagne e Latiano.
L’impostazione progettuale per la realizzazione della diga permette al serbatoio di accogliere apporti idrici fino ad un livello massimo di regolazione corrispondente alla quota di 17,00 m.s.m. in condizioni di eventi meteorici normali. Nelle condizioni di massima regolazione, il serbatoio ha un volume di invaso pari a quattro milioni di metri cubi circa. L’uso delle acque del bacino è prettamente industriale. Il permanere, infatti, dell’inquinamento causato dall’immissione di reflui provenienti dall’abitato di Mesagne nel canale immissario e la notevole entità all’interno del bacino imbrifero di coltivazioni facenti uso di pesticidi e concimi chimici, induce a considerare con molta prudenza altri utilizzi, diversi da quelli progettuali per le acque dell’invaso Cillarese (es. uso irrigazione agricola).
Le peculiarità dell’ambiente acquatico dell’invaso del Cillarese, quali la grande estensione della superficie acquatica (circa 70 ettari), la sua profondità (9 – 12 mt.), la presenza di vegetazione sommersa, le rive irregolari con insenature di varie dimensioni, i cordoni di terra e gli isolotti emergenti distanti dalle rive; ecc., costituiscono una forte attrazione per numerose specie di uccelli alla ricerca di un habitat idoneo per lo svernamento e per la sosta e l’alimentazione durante il passo migratorio primaverile ed autunnale. Il ruolo ecologico del Cillarese è ormai diffusamente riconosciuto in relazione alla sua importanza faunistica per la presenza di uccelli acquatici, con diverse specie protette presenti in consistente numero.